La montagna delle intuizioni d’amore

La montagna delle intuizioni d'amore - Francesca Proia

[Perfomance]

Un racconto di spazi sottili in cui si svelano per un istante i movimenti magici dell’immaginazione alla base del nascere e del far nascere.

ideazione, testo: Francesca Proia
Collaborazione artistica: Danilo Conti

Mother can wear a heavy winter coat in the middle of the desert – you create your own reality

Yumi Sakugawa – The four truths of mother

La forma del mio corpo è contingente, legata al tempo, ma l’essenza profonda non cambia dalla nascita alla morte. Si manifesta attraverso una sensazione a sé, la sensazione di essere una specifica persona e nessun altro. E’ una percezione che ho chiara, e che mi accompagna sin dalle prime memorie. Potremmo chiamarla la pura sensazione del senso dell’io? Il senso profondo di essere me stessa, in questa vita, in questo mondo particolare.
Ho immaginato di incontrare i miei bambini, Ivan e Margherita, in questa stessa dimensione atemporale, dove ciascuno è libero nell’ampiezza della propria essenza, e oltre la dimensione corporea e contingente. L’oggetto è trattare quegli spazi sottili, al di là del tempo, in cui si svelano, per un istante, i movimenti magici dell’immaginazione che sono alla base del nascere e del far nascere.

Da dove vieni tu? Dov’eri prima di nascere? Sono domande che faccio spesso ai miei bambini. E loro mi rispondono le cose più diverse: vengo dal cielo, dal mare, dall’Australia, da sotto terra, dal pancione, da un’altra casa, dal bosco.
Io invece posso solo immaginare che provengano dallo spazio tra due battiti del cuore. E’ uno spazio che assorbe il tempo. Ed è vasto, c’è un mondo dentro. Si estende oltre il mondo fisico. Da lì, io sento che posso cambiare tutto di me, in un soffio. Non c’è la percezione di quella fissità dell’associarsi ad un corpo costituito dal tempo. Il punto allora è sottrarsi al ritmo, penetrando tra due cardini.

Francesca Proia