Arte creata con l’infanzia

Carrellata di visioni sul vissuto immaginifico dell’infanzia

Cos’è Fotografando l’Incanto

Non arte per l’infanzia, non arte sul tema dell’infanzia, ma arte creata con il sapere e le capacità di Incantare del bambino.
Le capacità inconsapevoli dell’infanzia: lo sguardo, il canto, il disegno, veicolate dall’artista, che quelle capacità e meraviglie riesce a trasformare in arte e in quanto arte, opere che tentano di toccare, rappresentare, segnare l’Essenza.

Incantare: dal latino in e cantare, nel significato recitare una formula magica
Privare qualcuno della coscienza e della volontà per mezzo di arti o formule magiche.
E inoltre affascinare, estasiare, sedurre.
Quindi la seduzione, l’estasi, la fascinazione ci porta in un dimensione magica e trascendente dell’essere e della nostra esistenza.
Quello che vogliamo con questo progetto fare, è tentare di fermare, fotografare quell’attimo,
quell’istante in cui il bambino con magia e inconsapevolezza crea fascinazione ed estasi.
Ma da dove nasce questa capacità? Che cosa nell’infante è così potente da generare l’istante di “perdita di coscienza e volontà” e quindi l’incanto?
Chi è l’Infante?
E’ colui che non parla, colui che è privo della capacità di parola.
Il silenzio dei bambini è per noi inevitabile condizione derivata dalla vicinanza al sacro, ineffabile ed inesprimibile.

L’adulto nello sguardo del bambino non può non rimanere che incantato, sospeso perché dietro quello sguardo, si intravede il baratro: l’oscurità del passato, il mistero dell’origine, il mistero della creazione e quella del futuro, il destino.

Il bambino è lì nel mezzo, ai nostri occhi, tra il mistero della nascita e la promessa di una vita da disegnare e godere. Lì nel mezzo a ricordarci che veniamo da un mondo lontano, sconosciuto e che nostro dovere è vivere e con il vivere cercare di toccare l’Essenza della vita.

Arte e infanzia

A prima vista, l’infanzia e la creazione artistica offrono delle sincronie e delle adiacenze, ma molto probabilmente il processo artistico è lontano dall’elaborazione infantile.
Da una parte abbiamo l’artista che immagina in preda a un eccesso di consapevolezza, che si stordisce durante il processo creativo fino al punto di dimenticare, dall’altra il bambino che nel gioco e nella creazione inconsapevole si arma disarmato, sperimenta per apprendere, crea per imparare, per costruirsi.

Sono i nostri occhi che vedono arte nella creazione infantile.
E la creazione artistica spesso diventa arte quando l’artista tenta di destrutturarsi, quando ricerca di riappropriarsi della spontaneità del mondo dell’infanzia.

I punti di partenza sono opposti, ma i punti di arrivo sono gli stessi: toccare l’Essenza.