Mi racconti?

Mi racconti?- Samuela Faccin

[Illustrazioni/Installazione]

di Samuela Faccin e Bianca Seraglio
collaborazione Paolo Seraglio

Sì, adesso ti racconto.
A questa richiesta mia madre prendeva l’unico libro illustrato che esistesse in casa, la Bibbia, e me lo leggeva. Lo ricordo perfettamente, sono esperienze fondanti: il desiderio, la curiosità, la fame di racconto.
Quando e’ arrivato il mio turno di rivestire il ruolo questo ruolo di nutrice della fame atavica di sapere dell’infanzia, con i miei figli ho sfogliato innumerevoli libri illustrati leggendo cosi’ tante storie da soddisfare pure la mia sopita indigenza da narrazione e risvegliare quel tempo creduto perduto ma ancora sensibile a questa fascinazione.
E quando non avevo a disposizione i libri, improvvisavo: in coda col carrello al supermercato, salendo un monotono sentiero di montagna, per sorreggere la loro esigua sopportazione a 5 minuti di phon, per distrarli dal terrore del taglio delle unghie…ecco che raccontavo delle mie avventure e disavventure da piccola, fitte di guai e guazzabugli per le quali, prudentemente, mi compiaccio.
L’intimità di questi momenti a volte sofferti, vuoi per la pazienza e il tempo che sembrava non esserci mai per me, ha aperto una breccia: l’insofferenza da sovraccarico d’impegno (esserci sempre e comunque al massimo) ad un certo punto ha risvegliato una creatività sopita attraverso la quale avevo la loro medesima inclinazione a godere la vita.
Dal risveglio all’azione è stato un tuffo.
Ti ricordi? Dalla cantina è spuntata la valigia vecchia di papà, non me la ricordavo, è perfetta: ci stanno colori, pennelli e straccetti vari. E’ incredibile quanto dia sicurezza questo supporto così professionale, così invitante al viaggio! Feci giocosi tentativi iniziali , simpatici personaggi che se la spassavano, come volevo fare io. Invece quella volta che me ne andai lontana per davvero per pochi giorni, portai a casa il vestito, quello parigino: ne è nata la prima storia “la ragazza con il pappagallo”.
Quella linfa dove voi crescevate fu la stessa dove io mi ispiravo: venti, profumi, colori, ombre, sono schegge del nostro vissuto insieme.
Casa nostra è un disastro e a volte la mia consapevolezza porta a domandarmi se sia educativo: è educativo per me probabilmente , voi siete inconsapevolmente miei mirabili maestri.